Medicati e subito dimessi i protagonisti di un episodio specchio del nervosismo che aleggia attorno all'azienda che svezza cani destinati alla vivisezione. Un dipendente dell'allevamento investe due attivisti del presidio e viene aggredito dai manifestanti. Tutti e tre finiscono in ospedale
È bastata una banale provocazione, forse una parola di troppo ad accendere la «polveriera» trasformando in scontro fisico la tensione latente che aleggiava da giorni attorno al presidio di Green Hill di Montichiari.
Alla fine, grazie al tempestivo intervento di carabinieri e Polizia locale, tutto si è risolto con tre persone lievemente ferite e uno scambio di querele incrociato fra un dipendente dell'allevamento di beagle destinati alla vivisezione e due animalisti.
STANDO ALLE TESTIMONIANZE raccolte dai militari della stazione di Montichiari, peraltro molto contrastanti fra loro, la posizione giudiziaria più delicata sarebbe dell'addetto della Green Hill che avrebbe proditoriamente urtato con l'auto due dimostranti.
Un comportamento dettato forse dalla paura di essere aggredito che - stando sempre alla prima ricostruzione dei carabinieri - avrebbe scatenato la reazione di altri manifestanti che avrebbero malmenato il dipendente della struttura del colle di San Zeno. Nulla di grave, comunque. Alla fine tutti i protagonisti dell'episodio poco edificante hanno dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso. I due attivisti sono stati medicati e dimessi con prognosi variabili dai 10 ai 15 giorni a Desenzano. Prognosi di guarigione di una settimana anche per il dipendente della Green Hill che, per ovvie ragioni, ha preferito farsi visitare all'ospedale di Montichiari.
Tutto è cominciato attorno alle 14, quando gli animalisti in presidio permanente per ottonere la chiusura della fabbrica di cavie hanno chiesto l'intervento di Polizia locale e carabinieri denunciando che un'automobile aveva cercato di investirli nei pressi della strada che porta sul colle di San Zeno, prima di allontanarsi.
IN ATTESA DELL'ARRIVO delle forze dell'ordine la situazione è degenerata: alcuni manifestanti esasperati dal pericolo corso poco prima avrebbero cominciato a discutere con il dipendente della Green Hill. Dalle parole si sarebbe passati agli insulti e infine alle minacce. A quel punto, stando alla denuncia degli animalisti, due dimostranti sarebbero stati urtati volontariamente dall'utilitaria guidata dall'addetto dell'allevamento di beagle. In quel momento la situazione è degenerata con l'aggressione sedata dall'arrivo dei vigili e dei carabinieri. Tornata la calma, per tutto il pomeriggio nella caserma dell'Arma sono sfilati i testimoni dell'episodio, che avrà un'inevitabile coda giudiziaria. Gli attivisti del coordinamento Fermare Green Hill hanno denunciato ai carabinieri di essere preoccupati perchè spesso vengono spiati da persone non meglio identificate. Nonostante l'accaduto, però, il presidio non smobilita, anzi per Capodanno sono attesi rinforzi per dare corpo a una protesta che ha già raggiunto risultati incisivi.
A METÀ GENNAIO, praticamente in contemporanea, approderanno in parlamento e in Consiglio regionale due proposte di legge per l'abolizione sul territorio nazionale degli allevamenti di animali per esperimenti scientifici. L'iter del Pirellone, dove si è già trovata un'intesa bi-partisan, potrebbe battere in velocità quello di Camera e Senato. Emblematica a questo proposito la dichiarazione congiunta del Governatore della Lombardia Roberto Formigoni e del presidente del Consiglio regionale Davide Boni: «Chiuderemo in tempi brevi un allevamento diventato la vergogna della Lombardia».
Il provvedimento che metterebbe fuori legge la struttura della multinazionale Marshall, sarebbe abbinato a un piano di ricollocamento dei 30 dipendenti di Montichiari. La dismissione dell'allevamento, insomma, non avrebbe ripercussioni occupazionali.
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