Oggi la redazione di San Tommaso si occupa di un tipo di inquinamento particolare che rende la nostra vita comoda. E’ consuetudine per noi usare il telefono cellulare come lo è vivere sotto un traliccio o un ripetitore. Ma qual’è il prezzo da pagare per tale servizio??? Vi siete mai posti tale domanda??? Noi si, pertanto oggi andremo ad analizzare le problematiche legate all’elettrosmog...
CHE COSA SI INTENDE PER ELETTROSMOG
Con il termine elettrosmog si designa l’inquinamento elettromagnetico derivante da radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti quali quelle prodotte dalle infrastrutture di telecomunicazioni come la radiodiffusione e la telediffusione, ponti radio, reti per telefonia cellulare e cellulari stessi, dagli apparati wireless utilizzati soprattutto in ambito informatico e dalle infrastrutture di trasporto dell’energia elettrica tramite cavi elettrici percorsi da correnti alternate di forte intensità come gli elettrodi della rete elettrica di distribuzione.
L’opinione pubblica ha recentemente concentrato la sua attenzione su questo tema a causa delle campagne di sensibilizzazione promosse da comitati di cittadini, che hanno espresso preoccupazione per la salute della popolazione. L'esistenza di un rischio rilevante per la salute è però a tutt'oggi controversa, vista anche la complessità degli studi, al punto che da alcuni l'intera questione viene considerata il frutto di un allarmismo ingiustificato.
Oggi il proliferare selvaggio delle sorgenti di campo elettromagnetico ha comportato un incredibile aumento delle persone potenzialmente esposte ai rischi di patologie tumorali legate alle radiazioni elettromagnetiche.
EFFETTI ACCERTATI
Nei paesi industrializzati il 30% della mortalità è dovuto a tumori e di questi il 90% è causato da agenti ambientali. Esistono studi che documentano svariati effetti dei campi elettromagnetici sulla salute umana.
La valutazione dei rischi sanitari dei campi elettromagnetici, pero’, è un processo estremamente complesso, sia per il grande numero di pubblicazioni scientifiche molto eterogenee, sia per il carattere multidisciplinare della tematica stessa.
L’ Agenzia di Protezione Ambientale Americana (EPA) nel 1990 classificò i campi elettromagnetici a basse frequenze allo stesso livello del cadmio e della formaldeide, nettamente più cancerogeni di alcuni composti a noi tristemente noti come Diossina, PCB e DDT, evidenziando che il rischio di patologie tumorali è riscontrabile a dosi assai più basse rispetto ai limiti che vengono indicati nelle normative
ABORTI SPONTANEI :Uno studio finlandese ha messo in evidenza come le lavoratrici che usano videoterminali ad elevata emissione di radiazioni elettromagnetiche hanno un aumento del rischio di aborto spontaneo del 240% rispetto alle lavoratrici che usano videoterminali a bassa emissione
CANCRO INFANTILE: I bambini, è scientificamente provato, assorbono molte più radiazioni degli adulti. I ricercatori dell'Università dello Utah hanno scoperto che il cervello di un bambino di 5 anni assorbe una quantità di radiazioni quattro volte maggiore rispetto al cervello di un adulto
I risultati della grande maggioranza delle ricerche indicano che l’esposizione alle radiazioni elettromagnetiche comporta un rischio cancerogeno soprattutto nei bambini che vivono vicino ad una sorgente di campo (leucemia infantile) e negli adulti che svolgono determinate attività (es. lavoratori elettrici) con un considerevole aumento di linfomi, leucemie e tumori del sistema nervoso centrale.
Si noti altresì che avere un'esposizione in eta’ adulta ha un effetto e un significato diverso, sebbene la durata sia la stessa.
CARDIOPATICI: I soggetti portatori di pacemaker dovrebbero mantenere una distanza superiore al metro fra il telefono cellulare e il dispositivo medico, poiché le onde E.M. prodotte potrebbero generare problemi di compatibilita’ elettromagnetica, ovvero creare dei falsi impulsi nei circuiti tale da scoordinare il ritmo cardiaco prodotto con genesi di aritmie.
CELLULARI E DISPOSITIVI WIRELESS
Si tratta dunque di un inquinamento impercettibile, che non si vede e non si sente, ma che a quanto pare può avere degli effetti molto preoccupanti sulla nostra salute.
E’ stato appurato che l’uso frequente del cellulare altera l’attività del cervello, la memoria e l’apprendimento, provoca danni al DNA e ai cromosomi, tanto che sarebbe necessario che sui telefonini venisse stampato un avvertimento sanitario simile a quello dei pacchetti di sigarette. La riduzione della produzione di melatonina è in relazione con l’esposizione ad onde elettromagnetiche: questa riduzione aumenta i rischi di rotture del DNA e quindi può causare l’insorgere di tumori ed anche di malattie degenerative come i morbi di Parkinson e Alzheimer.
Il ricercatore britannico Alisdair Phillips ha effettuato un'analisi più quantitativa che dà un'idea di questo aumento di aggressività delle cellule cancerogene con danni genetici, ed ha scoperto che pochi minuti di esposizione a radiazioni simili a quelle emesse dei cellulari possono trasformare un cancro attivo al 5% in uno attivo al 95%,
Queste tecnologie, quindi, costituiscono "un potenziale pericolo" per la salute umana, e il loro uso andrebbe limitato attraverso diverse azioni.
Anche gli studi condotti dall'industria delle telecomunicazioni confermano che le radiazioni dei cellulari producono micronuclei nelle cellule ematiche umane a livelli ben più bassi rispetto a quelli previsti dalle normative in materia di esposizione da parte della maggior parte dei governi.
PERICOLI DALLE ANTENNE
E’ necessario distinguere tra basse frequenze, che sono quelle degli elettrodotti, e le alte frequenze, per la radiotelevisione e i cellulari. Nel primo caso, la ricerca è arrivata a risultati conclusivi: quando le emissioni sono superiori a 0,4 microtesla, raddoppia il rischio di leucemia infantile. Teniamo presente che il limite della nostra legge è di 100 microtesla.
Secondo alcuni studi compiuti in Australia e in Inghilterra è stato provato che nelle persone che vivono entro 2 chilometri dalle torri di emissione elettromagnetica aumenta il rischio di tumori del sangue e del sistema linfatico.
Le torri hanno una potenza da 10.000 kilowatt. Prendendo, ad esempio, in esame le antenne Rai e Mediaset a Monte Mario, esse sono di quell'ordine di grandezza, come anche gli impianti a Monte Cavo e a Santa Palomba. I dati piu’ preoccupanti, ovviamente, riguardano i bambini che vivono in abitazioni vicino a sorgenti di campo: essi hanno una probabilità di ammalarsi 2 o 3 volte superiore rispetto ai bambini che vivono in atre zone considerate piu’ sicure.
In Australia, durante le ricerche, si è lavorato con topi geneticamente modificati per ammalarsi spontaneamente di linfoma. La manipolazione è stata fatta per accelerare i tempi dell'esperimento. Metà di questi topi sono stati sottoposti per 18 mesi ad una radiazione identica a quella emessa da un antenna per gsm, mezz'ora la mattina e mezz'ora il pomeriggio. Alla fine dei 18 mesi si è visto che nei topi esposti la probabilità di ammalarsi di tumori era aumentata del 240 per cento.
IL CASO DEL VATICANO
«Fermate Radio Vaticana: provoca morti come un’esplosione nucleare». Sono stati consegnati alla procura di Roma i risultati dell’incidente probatorio sull’inquinamento elettromagnetico dell’emittente della Santa Sede. Secondo il coordinamento dei comitati di Roma Nord, i dati sono «da Hiroshima. Livelli così elevati di rischio si riscontrano, nella letteratura scientifica, solo negli studi epidemiologici di zone che hanno subito gli effetti dell’esplosione di una bomba atomica».
Le verifiche del perito del Gip, Andrea Micheli dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano attestano un «coerente, importante, significativo» pericolo di ammalarsi e morire di leucemia, linfoma e mieloma dovuto alla «lunga esposizione residenziale ai ripetitori di Radio Vaticana fino a 12 chilometri di distanza da questa».
La Santa Sede ha risposto in udienza con una contro-perizia scientifica di Umberto Veronesi e Susanna Lagorio che nega effetti cancerogeni alle onde elettromagnetiche e assicura che «nella sua attività ha sempre rispettato le indicazioni internazionalmente accettate sull’intensità delle emissioni proprio per garantire piena tranquillità alle popolazioni circostanti e ai suoi lavoratori». Ora il pm Stefano Pesci, responsabile dell’inchiesta, dovrà decidere se archiviare o rinviare a giudizio i responsabili di Radio Vaticana.
L’incidente probatorio, riferiscono i comitati civici, ha accertato che «il rischio è clamorosamente alto, l'effetto è molto importante e non può essere dovuto al caso». Lo studio di mortalità ha verificato i decessi avvenuti dal 1997 al 2003 per una serie di patologie ed ha preso in considerazione il ventennio di storia abitativa antecedente la data della morte, determinando, fino a 12 chilometri dalla Radio Vaticana, un fattore di rischio di morte per leucemia 4,9 volte superiore al valore atteso oltre i 12 km di distanza ed un fattore di rischio pari a 1,7 volte se si considerano linfomi e mielomi. In pratica, bambini e adulti vissuti nelle vicinanze dei centri trasmittenti della Radio Vaticana (presso Santa Maria di Galeria) e della Marina Militare (Maritele) si sono ammalati in percentuale sensibilmente superiore agli altri cittadini romani. I comitati civici invocano «l'immediata sospensione delle trasmissioni della Radio Vaticana e la sua delocalizzazione in un luogo in cui non possa accrescere il rischio di morte e di malattie per gli esseri umani, o l'abbandono totale di questa obsoleta tecnologia in favore della diffusione satellitare dei propri programmi radiofonici».
Sia la Radio Vaticana, sia la Marina Militare hanno depositato le controdeduzioni. Il perito del Gip Micheli, si ribatte in Curia, «ha ammesso l’insussistenza di evidenze scientifiche circa presunti effetti cancerogeni del tipo di onde elettromagnetiche generate dagli impianti di Radio Vaticana».
La documentazione fornita da Micheli «non risponde agli standard comunemente accettati per gli studi scientifici epidemiologici» e «i metodi adottati per l'esame dei casi non sono né chiari, né adeguatamente spiegati». Ciò, per la Santa Sede, «conduce a risultati non attendibili e paradossali».
CONCLUSIONI
Ogni governo ‘’responsabile’’, ossia un governo che tuteli i cittadini, dovrebbe mettere al bando per principio una qualsivoglia tecnologia che possa recare danno alla popolazione. Sappiamo bene che rimane una pura e semplice utopia, e non ci riteniamo di certo paladini della giustizia, ma il punto rimane tale.
Analizzando pero’ le cause di tutto questo, deduciamo che il fatto di essere bombardati da radiazioni elettromagnetiche provenienti da antenne radio, basi e ripetitori si basa sui principi e sulle necessita’ di un’economia globalizzata, che vive grazie ad un’estrema velocità nelle telecomunicazioni. La comunicazione quindi è funzionale essenzialmente alla circolazione della merce ed alla creazione di profitto per pochi.
Questo modello di sviluppo sta mostrando in maniera clamorosa le sue enormi contraddizioni e i suoi fallimenti proprio a partire dalle problematiche ambientali in generale e dalla sopravvivenza stessa del pianeta.
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