L’AZIENDA STATUNITENSE TRA LE MAGGIORI AL MONDO NEL SETTORE DELL’INFORMATICA
Ha annunciato l’avvio della fase 2 di sperimentazione di
microprocessori capaci di simulare il funzionamento del cervello umano. E
le sue capacità cognitive e reattive.Simulare in un microprocessore i
neuroni e le sinapsi del cervello umano per imitarne le capacità di
percezione, apprendimento e azione. A questo stanno lavorando i
ricercatori dell’Ibm, l’azienda informatica che ieri ha annunciato di
aver già sviluppato un nuovo tipo di chip capace, appunto, di imparare
dalle esperienze fatte, stabilire correlazioni, fare ipotesi e, di
nuovo, imparare dai risultati raggiunti.La ricerca è realizzata insieme a
sei importanti atenei americani (Columbia University, Cornell
University, University of California, Merced, Università del Wisconsin,
Madison) e cofinanziata dalla Darpa (Defense Advanced Research Projects
Agency), il “braccio” scientifico del Pentagono, che ha già investito
nella fase 2 progetto altri 21 milioni di dollari.
I RICERCATORI DI BIG BLUE
Informa l’azienda, stanno già sperimentando un paio di questi primi
chip “neurosinaptici” che, seppur basati ancora sulla tecnica del
silicio, sembrano in grado di ricreare il dialogo tra neuroni e sinapsi,
grazie ad avanzati algoritmi. Entrambi i core contengono 256 neuroni.
Un nucleo contiene 262.144 sinapsi programmabili e l’altro contiene
65.536 sinapsi di apprendimento. Il team Ibm ha già dimostrato con
successo applicazioni semplici come navigazione, visione artificiale,
pattern recognition, memoria associativa e classificazione.L’obiettivo a
lungo termine del progetto SyNAPSE (Systems of Neuromorphic Adaptive
Plastic Scalable Electronics) è quello di creare un sistema che non solo
analizzi contemporaneamente informazioni complesse provenienti da
molteplici modalità sensoriali ma sia anche in grado di rimodularsi
dinamicamente nell’interazione con se stesso. Nel lungo periodo Ibm si
prefigge di realizzare un sistema di chip con dieci miliardi di neuroni e
100 mila miliardi di sinapsi, che consumi solo un kilowatt di energia e
occupi un volume di meno di due litri.
SI TRATTA DI UN IMPORTANTE INIZIATIVA PER ANDARE OLTRE AL PARADIGMA DI VON NEUMANN
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