Spazzatura, Termovalorizzatori, Discariche e Tumori 0

Nico | 04:51 | , ,

Intervista al primario di oncologia dell’Istituto tumori di Napoli


Il primario di oncologia dell’Istituto tumori della Fondazione Pascale, Giuseppe Comella, non usa mezzi termini. Perché la questione dei rifiuti, a Napoli, non è solo un problema di montagne di pattume per le
strade.

E’ un problema di morte, di bambini nati deformi, di tumori che corrodono e portano alla tomba. Intervistato da Affari Comella spiega che "esiste un’emergenza, aumentano le neoplasie, aumentano le
malformazioni congenite. E tutto per colpa del Nord che qui ha scaricato i suoi rifiuti tossici". Insomma, sotto la monnezza c’è il veleno.




Primario Comella, per l’emergenza rifiuti sta aumentando l’insorgenza
dei tumori?


Sì, sicuramente. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fatto uno studio dettagliato, classificando in cinque livelli l’esposizione al rischio. Nelle zone di Napoli e Caserta ci sono otto comuni dove si muore.

In che modo?

In un modo orribile. Facendo un confronto con i comuni a livello 1, quindi poco esposti, il tasso di mortalità in queste otto cittadine è superiore per il cancro al polmone del 7 per cento negli uomini e del 9 per cento nelle donne. E andiamo avanti, si muore per cancro al fegato e alle vie biliari: +19 per cento
negli uomini e +29 per cento nelle donne. Ma il problema non sono solo i tumori, anzi…

Spieghi meglio.

A Napoli possono nascere bambini deformi a causa delle discariche. Nascono con la spina bifida, nei comuni a livello 5 sono l’83 per cento in più. E quindi bisogna operare, altrimenti si creano infezioni, hanno problemi di deambulazione e nella crescita degli arti inferiori.

Piccoli mostri…

Bambini con gravissime deformazioni, come quelle all’apparato urogenitale, al pene. O anche malformazioni al palato, come il labbro leporino. Ma il problema non sono i rifiuti "normali", quelli urbani. Il problema viene da Nord.

E quindi…

E quindi Galan farebbe meglio a stare zitto quando dice che non vuole i rifiuti
di Napoli. Nessuno vuole darglieli, i rifiuti di Napoli. Però si riprenda
quelli che per 30 anni hanno scaricato da noi con l’aiuto della camorra, quelli
tossici, quelli che fanno venire queste malformazioni.

Le autorità sapevano, prima di questa ennesima emergenza?
Certo che sapevano. Sapevano tutto. C’è uno studio dell’Oms, c’è un esposto che
ho firmato personalmente. Alla magistratura abbiamo detto tutto, abbiamo
denunciato.

Tumore al polmone, mortalità di genere, tumore del fegato, tumore dello stomaco
ma anche malformazioni congenite del sistema nervoso e dell’apparato
uro-genitale. Esiste una relazione, accertata, tra l’emergenza dei
rifiuti in Campania e il rischio salute per i cittadini. Le zone più a
rischio sono le province di Caserta e Napoli. Sono i risultati più evidenti
dello studio commissionato dalla Protezione Civile con, tra gli altri, il Cnr,
l’Istituto superiore di sanità e l’Organizzazione mondiale della sanità.

Studio che ha confermato la presenza di rischi elevati di mortalità
per varie cause e malfomazioni congenite nella Regione. Otto i comuni
più a rischio, fino al 2004: Acerra, Aversa, Bacoli, Caivano, Castel
Volturno, Giugliano in Campania, Marcianise e Villa Literno.
Il 21 dicembre scorso è partito un nuovo, fondamentale, studio
sulla situazione attuale, di massima emergenza rispetto allo stato precedente.

L’operazione prevede il prelievo di campioni di sangue di 780 persone e del
latte materno di 50 donne, in 13 Comuni delle province di Napoli e Caserta, per
analizzare il contenuto di diossine e di metalli pesanti.

Dopo ulteriori analisi ambientali e sugli animali, la Regione ha ritenuto quindi
opportuna la realizzazione di uno studio ampio e analitico, che per
dimensione del campione non ha precedenti in Italia e si colloca tra le
indagini più estese condotte a livello internazionale per capire gli effetti
sulla salute umana delle montagne di "monnezza".



I DATI – Ma veniamo ai dati, disastrosi, del precedente studio
(che Affari pubblica integralmente). Sono state rilevate
numerose associazioni tra salute e rifiuti. I rischi maggiori sono per
i tumori, sia per gli uomini che per le donne. Il rischio cresce, nella zona
con maggiore presenza di rifiuti, del 2% in entrambi i sessi. Confontando il
gruppo dei comuni più a rischio con quelli meno a rischio, si osserva un
eccesso di mortalità del 9% per le donne e del 12% per le donne.
Tumore ai polmoni (+2%) e tumore gastrico(+5%), tumore del fegato (4% uomini,
7% donne). Per non parlare delle malformazioni congenite del sistema nervoso
(trend 8%).

Lo studio conferma inoltre l’ipotesi che eccessi di mortalità e di
malformazioni tendano a concentrarsi nelle zone dove è più intensa la
presenza dei siti conosciuti di smaltimento dei rifiuti. Non basta. Lo studio,
nelle conclusioni, sottolinea anche le limitazioni della ricerca, rilevando una
certa sottostima del rischio stesso. Insomma, questi sono i dati. Ma i
rischi di mortalità, quasi certamente, sono più alti.



Link Utile http://comesantommaso.blogspot.com/2011/12/falsi-dati-malattie-in-aumento.html

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