Carta canta 0

Nico | 11:22 |


Di questi tempi si odono parole che sanno di conferma alle nostre supposizioni, che ci dicono che in fondo niente eravamo e niente saremo. Sospensione della democrazia, doveri, debiti da saldare, sembra che si voglia consolidare nelle nostre sature menti il fatto che noi siamo i colpevoli dei nostri mali. Quello che mi fa pensare ad una annunciata sconfitta del popolino è il fatto che, prima, almeno un nemico da combattere c’era, e aveva un nome e un cognome: Silvio Berlusconi.

Tutto questo creava un’immagine ben precisa; c’era chi lo sosteneva e chi lo combatteva. Oggi Silvio si è messo da parte e tutto cio’ mi spaventa ancora di piu perche’ sembra sia sceso dall’alto un uomo che ‘’minaccia’’ di mettere tutto a posto e che, magicamente, mette tutti d’accordo. Ma perche’ minaccia? Che c’è di cosi’ duro nelle sue affermazioni?

All’apparenza SuperMario sembra essere un discreto signore mandato dagli dei della BCE per fare ordine nelle nostre vite incasinate, come se fosse nostra la colpa del debito che si è creato: in fin dei conti il disordine è di natura economica, e chi meglio di un ‘’banchiere’’ per sistemare questa situazione? Ma bisogna fermarsi a riflettere e fare un passo alla volta: cos’è il debito? Cosa abbiamo fatto per crearlo? E soprattutto CHI lo ha generato?

Mi sembra di parlare ad un pubblico adulto e quindi sorvolo questo punto, ma una cosa mi fa paura, e cioè la modalita’ usata per eleggere il nostro condottiero. Non credo importi un granche la fede politica di ogni singolo lettore, ma quando si afferma che il popolo è sovrano, dovrebbe bastare e avanzare per riempire le piazze come MAI abbiamo fatto (o forse solo per festeggiare la vittoria dell’Italia ai mondiali del 2006)

Per farla breve, chi è stato interpellato di noi per decidere da chi farci governare? Nessuno mi ha chiamato per mettere una croce su una cartella elettorale, nessuno mi ha chiesto di decidere tra il bianco e il nero, SuperMario semplicemente non è stato eletto dal popolo, e non si abbia timore di dirlo apertamente. Ci faccia riflettere tutto cio’, per quanto sia marcia la nostra classe politica COMUNQUE esiste(va) e io chiedo formalmente di poter dare una preferenza a chi decidera’ il nostro futuro.

Di popolo si parla, di un popolo futile e distratto, di un popolo che mai come il nostro subisce senza fiatare ogni singola decisione, di un popolo che si perde nella divisione tra terroni e polentoni, di un popolo che dopo 150 ancora non è tale, di un popolo che mai come adesso ha bisogno di sentirsi popolo.

Il tempo stringe e siamo indietro, loro sanno bene cosa devono fare e noi cosa dovremo subire per riempire le loro tasche. Prima che sia troppo tardi bisognerebbe informarsi sui veri intenti e divulgare senza paura tutte le notizie che troviamo, la loro agenda va avanti e se abbiamo bisogno di un nemico da combattere, beh, credo che di dubbi ce ne siano ben pochi ormai. La sovranita’ appartiene al popolo, carta canta.

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