Nuova direttiva dal capo dell'esercito Pakistano dopo la recente uccisione di 24 soldati durante l'attacco degli elicotteri della Nato
I comandanti Pakistani hanno ordinato alle loro truppe di rispondere al fuoco se proveniente da forze Nato, sollevando la prospettiva di ulteriori scontri mortali lungo il confine del paese con l'Afghanistan.
Generale Ashfaq Kayani, capo dell'esercito del Pakistan, ha dato il nuovo ordine in risposta alla recente morte di 24 soldati quando i loro posti di frontiera sono stati presi di mira dagli elicotteri della Nato.
Kayani è sotto pressione dopo aver subito l'attacco da parte degli elicotteri di un alleato, alla quale la forza aerea pakistana non ha risposto. L'incidente si aggiunge a un'ulteriore umiliazione militare, ancora troppo fresca, subita per mano delle forze Usa che hanno ucciso Osama bin Laden nel territorio Pakistano.
"Voglio sottolineare e non lasciano ambiguità le regole di ingaggio per tutti lungo la catena di comando", Kayani ha detto in una lettera alle sue truppe.
"Quando sotto attacco, si ha piena libertà di azione per rispondere con tutte le funzionalità a disposizione. Ho molto chiaramente detto che qualsiasi atto di aggressione verrà risposto con forza, a prescindere dal costo e le conseguenze." questo ha dichiarato il Generale pakistano Ashfaq Kayani.
Il comunicato sarà letto a breve dai comandanti locali per i loro soldati. Kayani ha anche detto che l'aviazione non ha risposto all'attacco della Nato "a causa della rottura della comunicazione con i pali dediti alla comunicazione che sono stati colpiti". La decisione presa dalle altre cariche dell'esercito pakistano da' quindi un senso concreto allo spostamento di piu di 100.000 soldati ora schierati nel confine Ovest del paese, con lo scopo dichiarato di ''protezione''.
L'attacco della Nato è avvenuto al confine tra la provincia afgana di Kunar e la parte di Mohmand, zona tribale del Pakistan. I posti di frontiera sono 300 metri all'interno del territorio pakistano.Il Pakistan sostiene che l'attacco non sia stato in alcun modo "provocato", ed è continuato anche dopo che la Nato è stata allertata del fatto che l'appostamento pakistano era sotto tiro all'interno, appunto, di un territorio definito ''amico''.
Funzionari degli Stati Uniti hanno sostenuto che una squadra speciale, formata da militari afghani e americani, stesse operando in prossimita' del confine che divide i due paesi, squadra successivamente attaccata da un gruppo di militanti pakistani, costringedo la forza speciale a chiamare un supporto aereo nella zona.
Ma, secondo le dichiarazioni di un alto ufficiale militare pakistano, gli Stati Uniti avrebbero fornito le coordinate sbagliate per l'attacco aereo, facendo fuoco senza ottenere l'autorizzazione della parte pakistana''.
"E 'stato un attacco non provocato e indiscriminato da parte di elicotteri e caccia statunitensi" avrebbe dichiarato il generale, negando oltretutto le dichiarazioni da parte di funzionari americani, pubblicate lo scorso Venerdì dal Wall Street Journal che dicevano di aver controllato il luogo dell'attacco con il Pakistan prima dell'apertura del fuoco. Un'investigazione dei servizi segreti americani è in corso d'opera in questi giorni.
In relazione con l'accaduto, il Pakistan ha bloccato il transito dei veicoli di rifornimento della NATO sul proprio territorio, in oltre alle forze alleate è stato vietato l'uso di una base aerea, e questo ''boicottaggio'' sara' approfonditamente discusso a Bonn, la prossima settimana, durante il meeting delle forze internazionali impegnate nel territorio afghano.
La collaborazione pakistana è considerata di vitale importanza per portare avanti il progetto di stabilizzazione dell'Afghanistan e a spingere i Talebani ad una pacifica collaborazione
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