In un’intervista a Euronews
online Nicolai Wammen, ministro danese per l’Europa, ha definito il
ruolo del suo paese - presidente dell’UE nei prossimi sei mesi – come un
ponte tra le acque agitate.
Nel concretizzare
questa metafora, il ministro ha aggiunto che la Danimarca punta ad
diventare un’anello di congiunzione fra i 17 paesi dell’area euro e i 10
paesi comunitari che ne sono fuori.
Siamo di fronte
ad una sfida difficilissima, ha aggiunto Wammen, e cioe’ guidare
l’Europa sui binari che devono portarla fuori dalla crisi.
Uno scopo questo nobile e alquanto ambizioso.
Rimane
pero’ la domanda: la Danimarca, un paese fuori dalla zona euro e con
una forte influenza di euroscettici, sara’ in grado di diventare il
locomotore del continente?
Prima che il timone
passasse a Copenhagen, Donald Tusk, premier della Polonia, che guidava
l’UE negli ultimi sei mesi, aveva detto che l’Europa e’ malata e
l’Unione Europa si trova sull’orlo del baratro.
In queste condizioni drammatiche cosa potra’ fare la Danimarca?
Secondo l’esperto Vladislav Belov, dell’Istituto d’Europa, le aspettative non devono essere troppe:
A mio avviso, strategicamente non cambia nulla. Perche’ la vita dell’Unione Europea dipende dai documenti e dalle soluzioni comunitarie. Per cui e’ difficile attendere una svolta. L’eccezione deve essere fatta, forse, per la cosiddetta Dimensione nordica, cioe’ il sostegno all’integrazione nella regione baltica e nuove proposte sull’Artico. In linea di massima inoltre la Danimarca dovra’ spianare le divergenze dopo i tentativi di introdurre i controlli all’interno dell’Unione.
Inoltre,
aggiunge l’esperto, la Russia sta per l’entrare nel WTO, il che
praticamente vuol dire via libera al nuovo accordo quadro fra Russia e
Europa. Qui Copenhagen ha buone possibilita’ di accelerare le
trattative.
Inoltre la Danimarca dovra’ affrontare la questione dei
visti, sempre fra Russia e Europa. Mosca e’ interessata inoltre alla
cooperazione nell’ambito del programma “Partnership per la
modernizzazione”. Infine la Danimarca cogliera’ l’occasione per dare una
spinta alla collaborazione bilaterale.
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