“Se giudichiamo il VeriChip da un punto di vista puramente commerciale,
esso è un prodotto ridicolmente difettoso” afferma Liz McIntyre, co-autrice
assieme a Katherine Albrecht del libro Spychips (“Come le grandi multinazionali ed
il governo stanno pianificando di tracciare ogni tua mossa”).
Infatti il ricercatore Jonathan Westhues che si occupa di problematiche
di sicurezza ha mostrato quanto sia facile clonare un VeriChip impiantato nel
braccio di una persona e programmare un altro chip con lo stesso codice di
identificazione.
Westhues, noto per il suo precedente lavoro di clonazione delle tessere magnetiche equipaggiate con RFID ha inserito nel suo sito
web una pagina sul suo dispositivo di clonazione del VeriChip.
Il VeriChip “non serve a niente” afferma Westhues, non è assolutamente
affidabile dal punto di vista della sicurezza e “risolve malamente una serie di
non -problemi”
Che dire allora dei diciotto impiegati della Procura Messicana che
utilizzano un chip impiantato nel loro corpo per avere accesso ad una stanza
con gli schedari? E di quella manciata di avventori di bar europei che
utilizzano i chip per pagarsi da bere?
“Cosa faranno queste persone adesso che sanno che i loro chip possono
essere clonati?” – si interroga Liz McIntyre – “Indosseranno magliette di carta
stagnola o terranno tutti a debita distanza dal proprio braccio?”
Liz McIntyre ha attentamente analizzato i documenti ufficiali
dell’azienda VeriChip ed ha scoperto che i pazienti microchippati non possono
essere sottoposti ad una risonanza magnetica se sono privi di coscienza (come
può capitare durante un’emergenza, ad esempio dopo un grave incidente). Come se
non bastasse l’azienda ammette che le informazioni mediche correlater al chip
potrebbero non essere disponibili in caso di un’emergenza sanitaria.
Per essere precisi i pazienti nei cui corpi è impiantato un microchip
non possono sottoporsi a risonanza magnetica se non sono in grado di comunicare
qualsiasi “sensazione o problema inusuale” come lo spostamento o il
surriscaldamento del chip installato; cosa ovviamente impossibile da fare per
vittime di disturbi neurologici come l’Alzheimer o per pazienti in stato di
incoscienza (causata da trauma o altra malattia).
“L’ironia é che le persone impiantate dovranno indossare un
braccialetto di allerta medica o qualche altro visibile segno di riconoscimento
in maniera tale da non venire erroneamente sottoposti a risonanza magnetica [in
stato di incoscienza]” afferma K. Albrecht.
I pazienti microchippati dovrebbero inoltre indossare un braccialetto
di allerta medico come back-up nel caso che il database del VeriChip contenente
le informazioni mediche rilevanti sulla loro salute non fosse utilizzabile.
Infatti sul modulo di registrazione del paziente microchippato con VeriChip in
una clausola scritta in piccolo si legge che “l’azienda non garantisce … che il
sito web sia sempre disponibile” ed i medici sono avvisati che il prodotto
potrebbe non funzionare in posti ove sono presenti radio-trasmissioni, come per
esempio le ambulanze.
Del resto l’azienda chiarisce che si assume ben poca responsabilità per
tutta una serie di problemi che possano derivare dall’uso o dal
malfunzionamento del microchip in questione. Ad esempio nel modulo che firma la persona impiantata viene
specificato che l’azienda non potrà essere perseguita per perdita di soldi
conseguente all’uso del chip in questione.
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