Il microchip, un prodotto inaffidabile 0

Nico | 12:19 | , , ,


“Se giudichiamo il VeriChip da un punto di vista puramente commerciale, esso è un prodotto ridicolmente difettoso” afferma Liz McIntyre, co-autrice assieme a Katherine Albrecht del libro Spychips (“Come le grandi multinazionali ed il governo stanno pianificando di tracciare ogni tua mossa”).

Infatti il ricercatore Jonathan Westhues che si occupa di problematiche di sicurezza ha mostrato quanto sia facile clonare un VeriChip impiantato nel braccio di una persona e programmare un altro chip con lo stesso codice di identificazione.
 
Westhues, noto per il suo precedente lavoro di clonazione delle tessere magnetiche equipaggiate con RFID ha inserito nel suo sito web una pagina sul suo dispositivo di clonazione del VeriChip.


Il VeriChip “non serve a niente” afferma Westhues, non è assolutamente affidabile dal punto di vista della sicurezza e “risolve malamente una serie di non -problemi”

Che dire allora dei diciotto impiegati della Procura Messicana che utilizzano un chip impiantato nel loro corpo per avere accesso ad una stanza con gli schedari? E di quella manciata di avventori di bar europei che utilizzano i chip per pagarsi da bere?

“Cosa faranno queste persone adesso che sanno che i loro chip possono essere clonati?” – si interroga Liz McIntyre – “Indosseranno magliette di carta stagnola o terranno tutti a debita distanza dal proprio braccio?”

Liz McIntyre ha attentamente analizzato i documenti ufficiali dell’azienda VeriChip ed ha scoperto che i pazienti microchippati non possono essere sottoposti ad una risonanza magnetica se sono privi di coscienza (come può capitare durante un’emergenza, ad esempio dopo un grave incidente). Come se non bastasse l’azienda ammette che le informazioni mediche correlater al chip potrebbero non essere disponibili in caso di un’emergenza sanitaria.
 
Per essere precisi i pazienti nei cui corpi è impiantato un microchip non possono sottoporsi a risonanza magnetica se non sono in grado di comunicare qualsiasi “sensazione o problema inusuale” come lo spostamento o il surriscaldamento del chip installato; cosa ovviamente impossibile da fare per vittime di disturbi neurologici come l’Alzheimer o per pazienti in stato di incoscienza (causata da trauma o altra malattia).

“L’ironia é che le persone impiantate dovranno indossare un braccialetto di allerta medica o qualche altro visibile segno di riconoscimento in maniera tale da non venire erroneamente sottoposti a risonanza magnetica [in stato di incoscienza]” afferma K. Albrecht.

I pazienti microchippati dovrebbero inoltre indossare un braccialetto di allerta medico come back-up nel caso che il database del VeriChip contenente le informazioni mediche rilevanti sulla loro salute non fosse utilizzabile. Infatti sul modulo di registrazione del paziente microchippato con VeriChip in una clausola scritta in piccolo si legge che “l’azienda non garantisce … che il sito web sia sempre disponibile” ed i medici sono avvisati che il prodotto potrebbe non funzionare in posti ove sono presenti radio-trasmissioni, come per esempio le ambulanze.

Del resto l’azienda chiarisce che si assume ben poca responsabilità per tutta una serie di problemi che possano derivare dall’uso o dal malfunzionamento del microchip in questione. Ad esempio nel modulo che firma la persona impiantata viene specificato che l’azienda non potrà essere perseguita per perdita di soldi conseguente all’uso del chip in questione.



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