Qualsiasi sistema finanziario che si basa sul debito è
destinato a fallire. Oggi, stiamo vivendo nella bolla di debito più grande di
sempre. Purtroppo la storia insegna che nessuna bolla basata sul debito dura ineterno. Quando anche questa bolla scoppierà la fiducia nel sistema finanziario
svanirà, il credito si andrà a bloccare e ci saranno fallimenti bancari di
massa.
In questo momento la Grecia è un segnale preoccupante per
l’intero mondo economico. Nessuno stato o istituzione vuole prestare denaro
agli ellenici causando effetti catastrofici. Il sistema bancario ellenico sta
collassando, il 25% delle aziende ha già chiuso, la disoccupazione è in rapida
crescita e l’economia del paese si trova ad affrontare il 5° anno di recessione
consecutivo.
Come se non bastasse, l’implosione economica in Grecia sta
rapidamente accelerando. Questo è un bel guaio che si doveva evitare. Le
condizioni dovevano migliorare al fine di avere una Grecia un pò meno
sofferente ma invece si registra una depressione sempre crescente e si sta
correndo il rischio che, molto presto, molti paesi stiano per imboccare la
stessa strada.
Purtroppo, la maggior parte dei media stanno evidenziando il
problema greco come caso isolato piuttosto che un segnale che il paese lancia
al mondo intero. Solo alcuni (pochi a dire il vero)giornalisti stanno dando al
caso l’importanza che merita.
Leggendo molti segnali che ci arrivano dal paese ellenico,
si capisce che la Grecia sta scivolando in una situazione senza precedenti
nella storia moderna occidentale. Alcuni dati che vi saranno proposti ci
verranno in aiuto;
- Il 25% delle aziende greche ha abbassato le serrande dal 2009 a oggi
- circa la metà delle piccole imprese del paese non sono in grado di rispettare il libro paga.
- Il tasso di suicidio è aumentato del 40% nel primo semestre del 2011.
- Sta tornando in auge un sistema economico basato sul baratto, al fine di aggirare la moneta figlia di un sistema economico in collasso.
- Circa il 50% della popolazione sotto i 25 anni è disoccupata.
- Lo scorso settembre, gli organizzatori di un seminario sponsorizzato dal governo che dava l’opportunità di emigrare in Australia hanno raccolto 12.000 adesioni contro le 42 dell’anno scorso
- Banchieri greci riferiscono che la popolazione ha prosciugato il 33% dei conti correnti; molte persone, si narra, stanno nascondendo i contanti sotto il letto o interrati nei giardini.
Tutto chiaro??? In poche parole, la Grecia è in mezzo ad un
tunnel, ben lontana dal vederne la luce. Ma andiamo avanti.
La riduzione della leva finanziaria può essere un processo
estremamente doloroso. La Grecia è stata costretta a cercare di ridurre le
dimensioni del suo deficit di bilancio, ma ogni volta che si taglia la spesa
pubblica che causa l'attività economica (e quindi le entrate pubbliche) essa
rallenta pure.
Ora l'UE e il FMI chiedono misure di austerità ancora
maggiori anche se la Grecia sta gia soffrendo come ben sappiamo. Infatti tali
istituzioni chiedono il licenziamento immediato di 15.000 dipendenti pubblici e
un a riduzione di altri 150.000 entro il 2015. Non fosse ancora abbastanza, al
tutto si aggiunge una piccola richiesta di riduzione dello stipendio (20%
circa) oltre ad un piccolo taglio della medesima portata al salario minimo. Al
tutto va addizzionato un taglio sui benefit di disoccupazione, oltre che alle
pensioni. Ovvio, quindi, che le condizioni greche siano destinate a peggiorare.
Le rivolte, cui stiamo assistendo in queste settimane,
sembrano essere tutt’altro che placate, in quanto i cittadini sono sull’orlo di
una crisi di nervi ma i politici sembrano non darci troppo peso. Secondo la
Confcommercio greca i recenti subbugli hanno provocato danni a 153 imprese
nella sola capitale, 45 delle quali sono state completamente distrutte, e tutta
questa rabbia sembra non possa evitare un reale pericolo di default che sale di
giorno in giorno.
C'è una buona possibilità che l'accordo di austerità che il
nuovo Parlamento greco ha appena approvato non possa essere mai implementata. Ma
il parlamento tedesco deve approvare questo nuovo accordo con la Grecia, ed il
voto sembra non si raggiunga prima del 27 Febbraio. Considerando, poi, lo stato
d'animo in Germania in questo momento, l'approvazione non è garantita affatto.
Alcuni nel mondo finanziario sembrano quasi desiderosi di vedere
un default della Grecia, come dichiara Jon Moulton, presidente di Better Capital:
"Se fossi greco, io non avrei adottato queste misure ma avrei preferito la strada del default. Meglio 2 o 3 anni di sofferenze che 20 di assoluta agonia’’
Ma un default di questa portata sarebbe un danno per l’economia
tutta. Un default ed un ritorno alla Dracma sarebbe un processo assai costoso e
caotico.Nel lungo periodo l’Euro potrebbe anche rafforzarsi a patto che qualche
debole membro si accomodasse all’uscita.
Ma la crisi finanziaria in Europa è destinata a continuare a
diffondersi ben oltre la Grecia. Moody Investors Service ha da poco declassato
il rating di sei nazioni europee. La Spagna declassata da A1 ad A3 con outlook
negativo, il Portogallo da Ba3 a Ba2 con outlook negatico, l’Italia da A3 ad A2
con outlook negativo aggiungendo a tale lista Sovacchia, Slovenia e Malta,
tutte con declassamento de rating.
Paesi come Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda e Ungheria
stanno seguendo la stessa direzione della Grecia. E adesso chi ha più il
coraggio di ridere???
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